Dopo un avvio lento, condizionato dal meteo incerto di giugno e di inizio luglio, la stagione turistica estiva entra nel vivo. Tra la fine di questo mese ed agosto saranno 21,5 milioni gli italiani che si concederanno un viaggio. Una vacanza un po’ più lunga del solito – in media 12 giorni – ma sempre con un occhio a non eccedere con le spese: il budget medio previsto si assesta infatti sui 786 euro a persona, più o meno il livello rilevato lo scorso anno. È quanto emerge dal consueto sondaggio sulle vacanze degli italiani condotto da SWG per Assoturismo Confesercenti su un campione di 1.800 consumatori.

Siamo ormai lontani dal picco della crisi, ma gli effetti sulle vacanze si sentono ancora. La quota di chi si concederà un viaggio – il 64% – è infatti la stessa del 2014, primo anno di ripresa: gli italiani non si sentono dunque ancora in grado di avere dei comportamenti di spesa più rilassati rispetto a cinque anni fa. La previsione della spesa di quest’anno – come detto in media di 786 euro per persona – vede infatti un aumento rispetto al 2014 di appena il 2,3%: un dato molto limitato dopo cinque anni. Anche quest’anno, quasi uno su tre tenterà di tenere il budget sotto i 500 euro a persona.

Il maltempo ha portato ad un accorciamento della stagione: quest’anno solo il 7% ha fatto una vacanza a giugno, mentre si osserva un ritorno a una concentrazione delle vacanze nel mese di agosto, che sarà da ‘bollino nero’, scelto dal 55% dei vacanzieri. Una differenza significativa nel confronto con il 2014 è data dalla crescita del mare come meta principale, scelta che potrebbe essere legata proprio alla rinnovata, almeno per quest’anno, centralità del mese di agosto: il 63% sceglierà di trascorrere le ferie sotto l’ombrellone, in una località balneare in Italia o all’estero. All’aumento di bagnanti fa da contrappeso la diminuzione di italiani in vacanza in una città d’arte o in una metropoli, scelta fatta quest’anno solo dall’11% dei viaggiatori. Mentre scende al 9% la quota di vacanzieri che si rilasserà in montagna. Il 4%, invece, sceglierà la pace di un piccolo borgo.

La distribuzione delle mete segnala un incremento dell’estero. Rispetto a cinque anni fa si riapre questo canale: quest’anno a scegliere una meta fuori dall’Italia è il 36%, pari a oltre 7,7 milioni di viaggiatori. La ripartenza dell’estero non sembra legata ad una generale accresciuta capacità di spesa quanto piuttosto alla riaffermazione di una fascia della popolazione che ha ripreso a scegliere delle mete estere, in parte anche economicamente convenienti, o più sicure di anni fa. Per quanto riguarda l’Italia, Puglia e Sicilia si confermano ai primi posti, scelte dal 17 e dal 15%; seguono Sardegna, Emilia-Romagna e Campania. Questa distribuzione è in sintonia con la prevalenza del mare nelle scelte dei vacanzieri italiani. Relativamente all’Europa, invece, sono Spagna e Francia, quest’ultima in forte ripresa dopo lo stop dovuto a problemi di sicurezza, i paesi che attraggono maggiormente i nostri turisti. Seguono Grecia, in leggero calo, e Portogallo. In mezzo, il tradizionale Regno Unito, cioè eminentemente Londra. Per il turismo extraeuropeo si manifestano, invece, mete lontane, probabilmente chi affronta questi viaggi ha comunque delle possibilità economiche; il Sudamerica e i paesi asiatici – in particolare il Giappone -sembrano essere molto attraenti. Rispetto agli anni scorsi si osserva un calo significativo del Nord America.

Alberghi e hotel si confermano invece la sistemazione preferita dagli italiani, raccogliendo un terzo delle preferenze. Il 21% sceglierà invece per il soggiorno estivo la casa di proprietà o sarà ospite presso amici/parenti. In calo le case vacanze. Ma c’è anche un 12% che sceglierà il classico B&B. Analizzando le modalità di pernottamento si osserva che si registra una crescita delle case di proprietà e di amici e parenti: si conta sull’ospitalità per risparmiare.

“Dopo un avvio incerto, a luglio e agosto la domanda turistica degli italiani ha segnato una leggera ripresa”, commenta Vittorio Messina, Presidente di Assoturismo Confesercenti. “A fine stagione vedremo se sarà stata sufficiente a recuperare un 2019 che, fino a giugno, è stato arido di soddisfazioni. A pesare è stato il meteo, ma come evidente dal sondaggio anche la ripartenza nostri competitor esteri che negli anni scorsi erano stati penalizzati da problemi di sicurezza. Abbiamo bisogno di un piano per rendere più competitivo il nostro sistema turistico: per vincere nella montante competizione internazionale, c’è bisogno di più infrastrutture e del superammortamento per sostenere la riqualificazione delle strutture ricettive”.

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