Riaperto al pubblico l’Orto Botanico dell’Università di Parma
Dopo una lunga chiusura causata dalle restrizioni pandemiche, l’Orto Botanico dell’Università di Parma torna ad essere visitabile, seppure con accessi contingentati.
I visitatori troveranno nuovi percorsi di visita, nuova segnaletica e nuove collezioni, oltre a un restyling grafico, a un rinnovato sito web e nuovi profili Instagram e Facebook. Tutto questo rappresenta una parte dello sforzo profuso dall’Ateneo per rilanciare la struttura di via Farini, facendole acquisire un ruolo più rilevante nei rapporti con la società. L’Orto Botanico si appresta difatti a diventare una piattaforma di dialogo con la cittadinanza su tutti i temi connessi alla sostenibilità, come ha dichiarato Renato Bruni, Direttore Scientifico della struttura. “L’Orto deve essere un ‘teatro verde’, in cui raccontare all’intera cittadinanza le iniziative di didattica, ricerca e diffusione culturale dell’Ateneo. Questo deve riguardare qualsiasi ambito: scienze naturali, farmaceutiche e alimentari, architettura, ingegneria, letteratura e arti hanno spesso le piante al centro delle loro attività e attraverso esse possono trasmettere messaggi a qualsiasi pubblico. Le parole chiave che identificano la riapertura sono dialogo, contaminazione, sostenibilità, complessità, coinvolgimento. Su di esse imposteremo i rapporti coi visitatori e con le scuole”.
Oltre a una nuova collezione di ciclamini, sono già attivi due percorsi di visita fruibili anche con smartphone e dedicati agli aspetti storico-architettonici dell’Orto e all’importanza del verde in ambito urbano. Quest’ultimo percorso, sviluppato in collaborazione con Chiesi Farmaceutici, è basato sullo spirito che animerà analoghe iniziative dedicate a piante medicinali ed evoluzione. La volontà è di sperimentare per l’Orto Botanico modelli di engagement mirati, in equilibrio tra la promozione del senso critico e il coinvolgimento del pubblico su temi complessi come le relazioni uomo-natura, la sostenibilità, il ruolo sociale della scienza.
“Questo avviene – ha dichiarato Fabrizio Storti, Prorettore alla Terza Missione – anche grazie a un finanziamento ad hoc ottenuto dall’Ateneo nel 2019 e di cui si vedono i frutti oggi, in linea con quanto previsto dal Piano strategico 2020-2022 in relazione allo sviluppo sostenibile. Per l’Università la riqualificazione dell’Orto rappresenta uno sforzo importante testimoniato dall’assegnazione di nuovo personale, dal finanziamento di borse di studio destinate alla catalogazione degli erbari, alla creazione di una app di visita al giardino e a sostegno del censimento della flora provinciale, sul quale vorremmo impostare in futuro anche un’iniziativa di Citizen science con le scuole”.
Oltre ad ammodernare l’identità grafica dell’Orto Botanico, ora in linea con quella di strutture analoghe, sono stati incrementati i benefici di un finanziamento privato sostenuto da Davines per catalogare l’Erbario Gardoni, una collezione di piante e altri materiali di uso medico unica nel suo genere realizzata dall’omonimo farmacista presso la Spezieria di San Giovanni a metà ‘800. Durante il 2021 una cura particolare sarà dedicata proprio al patrimonio custodito presso la Scuola di Botanica, tramite iniziative mirate che il Sistema Museale di Ateneo sta avviando in collaborazione con Google Arts & Culture. Lo spirito sarà quello dello slogan che l’Orto Botanico si è dato: “un posto in cui le piante raccontano storie”.