Per il weekend lungo di Natale e Santo Stefano, tra il 24 ed il 26 dicembre, sono attese 3,6 milioni di presenze turistiche nelle strutture ricettive ufficiali. Un buon risultato che lascia ben sperare per l’andamento del periodo delle festività invernali, uno dei più importanti per le imprese del turismo e in particolare del comparto ricettivo italiano.

A stimarlo per Assoturismo Confesercenti è il Centro Studi Turistici di Firenze, sulla base di un’indagine condotta su un campione di 1.334 imprenditori della ricettività.

Il dato stimato, infatti, è in leggero aumento rispetto allo scorso anno. Una crescita dovuta anche al calendario: nel 2022 Santo Stefano cade di lunedì, mentre nel 2021 è stato di domenica, accorciando di un giorno il periodo sfruttabile per un viaggio da parte dei turisti italiani.

Complessivamente, per il periodo delle feste Assoturismo stima 13,8 milioni di presenze nelle strutture ufficiali, il +8,1% rispetto al 2021. Una crescita trainata dall’incremento delle presenze estere, che in alcune città d’arte sono tornate ai livelli del 2019.

Una buona notizia per il comparto che, dopo una buona estate, ha attraversato un autunno non privo di difficoltà e condizionato dal caro-energia: alcune imprese sono state costrette ad anticipare la chiusura stagionale o a sospendere l’attività nei periodi di bassa stagione per l’aumento dei costi di gestione. Sui mercati turistici, però, la voglia di partire non manca.

In particolare, le città e i centri d’arte dovrebbero registrare un incremento del +11%, mentre per le località di montagna la stima di aumento è dell’8,4%. Buone aspettative anche per le località di collina/campagna e dei laghi, con un incremento rispettivamente del 7,2% e del 6,2%. Aumenti più contenuti, ma comunque rilevanti, per località termali, marine e le località ad Altro Interesse. In generale, la tendenza risulterebbe leggermente migliore per le strutture extralberghiere che per le alberghiere.

Dall’indagine emerge un andamento abbastanza uniforme tra le diverse aree del Paese: le previsioni migliori sono delle imprese del Centro e del Nord Ovest, ma un trend positivo è atteso anche nel Nord Est e nelle regioni del Sud e delle Isole. Una certa differenziazione si rileva, invece, in merito alla presenza degli stranieri: nelle aree del Nord Est e del Nord Ovest la quota della domanda estera è stata segnalata rispettivamente al 42% e al 40%. Nelle regioni del Centro dovrebbe attestarsi al 33%, mentre al Sud e Isole scenderebbe al 19%.

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