“Bergamo e il suo ospedale sono diventati un simbolo dell’epidemia. Qui il virus si è particolarmente accanito, ma proprio qui abbiamo assistito e assistiamo a toccanti manifestazioni di volontà, forza, coraggio. Qui c’è una straordinaria comunità, che ha dato prova di non voler lasciare nessuno indietro, di volersi occupare di tutti. Quest’opera, il primo monumento dedicato alle vittime del Covid-19 e al lavoro di medici e operatori sanitari, destinato ad entrare nei libri di storia, è giusto rimanga in questo territorio, che è diventato un emblema della battaglia alla pandemia. Una guerra, che insieme possiamo vincere”. Così il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Alessandro Fermi, questa mattina a Bergamo, durante la cerimonia di installazione de “La Voce degli occhi”, la scultura raffigurante 90 volti in ceramica coperti allo stesso modo cui oggi tutti siamo obbligati per contenere la diffusione del contagio, realizzata dai ceramisti di Deruta e Gzhel, e dedicata alle vittime del Covid-19 e agli operatori sanitari, donata da Regione Lombardia all’ASST Papa Giovanni XXIII in riconoscenza degli sforzi compiuti nella lotta contro il Coronavirus.

“Questi volti, mostrano solo gli occhi. Gli stessi che hanno espresso paura, dolore, speranza, pianto. E’ una testimonianza, che vogliamo lasciare anche al futuro, perché stiamo vivendo un’epoca destinata a entrare nei libri di storia”, ha spiegato Rossella Pomanti, coordinatrice del progetto “La Voce degli Occhi”, parlando anche a nome dell’associazione “Deruta città del mondo”, presieduta da Pericle Moretti, autore della scultura, anche lui presente all’evento.

“Come Ufficio di Presidenza – è intervenuto il Consigliere Segretario dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale, Dario Violi – ringraziamo l’associazione per aver portato questa opera a Palazzo Pirelli, dove è rimasta esposta per un mese. Abbiamo voluto donarla all’Ospedale Papa Giovanni XXIII perché rimanesse davanti a uno degli ingressi più frequentati della struttura. Nei mesi più difficili – ha ricordato – ho avuto la fortuna di poter fare il volontario, portando farmaci e altri generi di prima necessità alle persone più fragili e la cosa che mi è rimasta più impressa è stata che spesso non c’erano molte parole da dire. Abbiamo imparato a parlarci con gli occhi, come i visi di questa scultura, che racconteranno a tutti come in questo ospedale ci siano donne e uomini che sanno parlare con gli occhi e soprattutto sanno rimboccarsi le maniche per salvare quante più vite possibile”.

Parole che fanno eco a quelle dell’altro Consigliere Segretario dell’Ufficio di Presidenza Giovanni Malanchini: “Questi occhi – ha osservato – lanciano un messaggio di speranza, che ci invita a guardare avanti. A dire grazie a chi si è speso in prima linea e che continua a farlo. Per noi – ha sottolineato – è anche un monito ad impegnarci al massimo, ad essere ancora più pronti nell’ascolto e nell’interpretazione di tutte le istanze di chi si trova a dover risolvere i problemi, di chi purtroppo ha subito un lutto e chiede alle istituzioni di fare ancora di più. Questo Ospedale – ha chiosato – è diventato famoso nel mondo, certamente per il numero di pazienti colpiti da Covid-19, ma soprattutto come esempio di eccellenza sanitaria e come capacità di reazione davanti all’emergenza”.

Affermazioni sulle quali è tornata Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII: “Noi – ha detto – siamo un grande ospedale pubblico, una grande pubblica amministrazione che funzione e che è capace di efficienza, efficacia negli interventi, sacrificio e abnegazione. Siamo orgogliosi, perché ci sentiamo al servizio dei nostri cittadini. “La voce degli occhi” – ha assicurato – rimarrà ben visibile qui nella Hospital Street, tra la Torre 2 e l’ingresso dell’Auditorium, a ricordo degli sforzi fatti da tutti i nostri professionisti medici, sanitari, tecnici ed amministrativi nella lotta al Covid-19. Siamo certi che potrà essere apprezzata dai nostri pazienti e da tutti coloro che si rivolgono al nostro Ospedale per trovare una risposta ai bisogni di salute”.

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