La Romea Strata: un itinerario tra storia e arte nel cuore della Bassa Padovana lungo le antiche vie dei pellegrini
Con Romea Strata si indica quell’articolato e importante sistema di vie che un tempo conducevano i pellegrini dall’Europa nord-orientale fino a Roma, intersecandosi o ricongiungendosi lungo il percorso con altre importanti vie che collegavano a loro volta santuari o mete religiose dislocate in varie zone d’Europa. Un tratto di questa antica via di pellegrinaggio, denominato Romea Annia, attraversava anche il territorio montagnanese, l’antica Sculdascia: un affascinante percorso che oggi offre un’incredibile opportunità di turismo lento, a piedi o in bicicletta, che permette un’immersione a tutto tondo nella storia, nell’arte e nelle tradizioni locali dei territori che attraversa.
L’itinerario suggerito segue, quindi, un tratto dell’antica via Romea Annia che attraversa la parte sud della provincia di Padova e ci condurrà della splendida città murata di Montagnana fino al comune di Battaglia Terme. Si tratta di un percorso di circa 40 chilometri che è possibile percorrere in bicicletta seguendo gli argini di alcuni dei fiumi e dei canali più importanti di questa zona.
Partiamo, quindi, da Montagnana dove raggiungiamo il centro della cittadina per iniziare il nostro itinerario con la visita all’imponente Duomo intitolato a Santa Maria Assunta che si staglia solitario su piazza Vittorio Emanuele II e che, mentre ci avviciniamo, ci sorprende subito con la sua insolita prospettiva: l’asse maggiore dell’edificio è, infatti, orientato secondo i punti cardinali e risulta quindi obliquo rispetto alla piazza.
All’interno, la chiesa presenta la tipica impronta basilicale con pianta a croce latina e un’unica navata in stile rinascimentale, e si rivela un vero e proprio scrigno di tesori: due pregevoli affreschi attribuibili al Giorgione che rappresentano Davide e Giuditta, la quattrocentesca Cappella del Rosario dedicata alla Madonna, l’affresco con L’Assunzione di Maria opera del Buonconsiglio, la Pala di Paolo Veronese che raffigura la Trasfigurazione di Cristo, l’altare maggiore in pietra d’Istria e oro costruito nel Cinquecento su disegno del Sansovino e, seppur di autore ignoto, la grande e affascinante tela cinquecentesca che rappresenta nei minimi dettagli la Battaglia di Lepanto, episodio cruciale anche per la storia di questa cittadina.
Completata la visita alla chiesa e alle sue opere, riguadagniamo il sagrato e ci dirigiamo verso Porta Padova, dove, una volta usciti dalla cinta muraria, giriamo a sinistra per raggiungere Borgo Frassine e imboccare l’argine sinistro del fiume Frassine che ci condurrà fino alla città di Este. Lungo il percorso è possibile ammirare la campagna della Bassa Padovana in tutto il suo fascino pacifico e scorgere i segni – ponti, idrovore, argini – del secolare impegno dell’uomo per sottrarre questi territori alle acque al fine di renderli coltivabili. Arrivati in località Sostegno, attraversiamo l’omonimo ponte che incontriamo sulla sinistra e imbocchiamo l’argine destro del canale Bisatto che ci condurrà dopo pochi chilometri nel cuore di Este.
La prima tappa nella bella cittadina ai piedi dei Colli Euganei, culla della civiltà dei Veneti Antichi, è il Duomo di Santa Tecla, il più importante edificio religioso della città, sorto sui resti di un’antica chiesa paleocristiana e che si presenta oggi a noi con un massiccio impianto barocco. L’interno, ricco di opere d’arte, accoglie il visitatore con due capolavori settecenteschi: il gruppo scultoreo raffigurante il Trionfo dell’Eucarestia del maestro veneziano Antonio Corradini e la grande pala d’altare di Giambattista Tiepolo che raffigura Santa Tecla che intercede presso il Padre per la liberazione della città dalla peste del 1630. L’opera, realizzata nel 1759, è considerata la più importante a carattere religioso del geniale artista veneziano.
Proseguiamo il nostro tour nella città e attraversiamo il centro storico percorrendo via Principe Umberto. Prima di raggiungere la Basilica di Santa Maria delle Grazie, però, facciamo tappa alla Chiesa di San Martino, inconfondibile con il suo campanile pendente. Quello che è verosimilmente il più antico luogo di culto di Este – la sua presenza è, infatti, attestata già all’inizio dell’XI secolo – conserva ancora oggi pressoché intatta la sua struttura medievale, mentre all’interno spiccano un altare settecentesco in marmo del Bonazza e un prezioso affresco trecentesco di scuola giottesca.
Raggiungiamo, quindi, la maestosa Basilica di Santa Maria delle Grazie, vero e proprio simbolo della cittadina euganea che racchiude al suo interno più di cinquecento anni di storia. La chiesa, che ha subito numerose modifiche e ampliamenti nel corso dei secoli, fu realizzata a partire dal XV secolo per volontà di Taddeo d’Este al fine di ospitare una preziosa icona bizantina: l’opera, oggetto di devozione da parte di molti pellegrini, raffigura una Madonna con bambino che indica il figlio con la mano destra, nell’atto di mostrare ai fedeli colui che dovranno seguire, e prende anche il nome di Odighitria, ossia “Colei che indica la via”.
Usciti dalla chiesa, risaliamo in sella proseguendo verso destra, giriamo a sinistra in via Azzo d’Este e, dopo pochi metri, imbocchiamo nuovamente sulla destra l’argine del canale Bisatto per raggiungere l’area attrezzata realizzata nell’ambito del progetto “We love bikers”, dotata del necessario per effettuare la manutenzione delle biciclette e di colonnine di ricarica per le bici elettriche. Attraversiamo la strada e continuiamo a seguire il canale: in questo secondo tratto di strada che ci condurrà fino a Monselice, sarà il dolce profilo dei Colli Euganei ad accompagnarci sulla sinistra.
Arrivati a Monselice abbandoniamo l’argine per dirigerci verso uno dei luoghi più significativi della cittadina: il Santuario Giubilare delle Sette Chiesette. Raggiungiamo, quindi, la centralissima piazza Mazzini e da lì saliamo verso il Colle della Rocca imboccando via del Santuario che percorriamo fino a incontrare la Pieve di Santa Giustina, il vecchio Duomo della città, che ci accoglie con il suo austero stile romanico impreziosito da alcuni elementi decorativi gotici e dal cui ampio sagrato possiamo godere di una straordinaria vista sulla città e sui vicini Colli Euganei.
Superata Santa Giustina, arriviamo, infine, al Santuario Giubilare delle Sette Chiese: sei piccole cappelle intitolate come le sette maggiori basiliche romane che si susseguono lungo la via che sale fino al piazzale antistante Villa Duodo, dove si trova la chiesa di San Giorgio. Pietro Duodo aveva ottenuto il permesso per il suo ambizioso progetto – che porta la firma dell’architetto Vincenzo Scamozzi – direttamente da Papa Paolo V, procurandosi così allo stesso tempo anche l’incredibile privilegio dell’Indulgenza. Le prime sei chiese votive ospitano altrettante tele di Palma il Giovane che raffigurano le basiliche romane, mentre nella settima, quella di San Giorgio, sono conservate le reliquie di ben 25 martiri cristiani.
Terminato la visita a questo luogo suggestivo, ritorniamo sui nostri passi per riprendere le biciclette, attraversiamo nuovamente la piazza in direzione del canale che ci ha condotti fino a qui e che proprio a Monselice prende il nome di Battaglia, oltrepassiamo il piccolo ponte all’altezza di Villa Pisani e imbocchiamo l’argine sinistro che ci accompagnerà fino all’ultima tappa del nostro itinerario, la Chiesa di San Giacomo Apostolo a Battaglia Terme che incontriamo appena entrati in paese. L’attuale edificio conserva della chiesa più antica i quattro altari laterali e le statue dei santi Pietro e Paolo, l’acquasantiera in marmo rosso di Verona, il fonte battesimale e dodici tele, la più antica delle quali è la grande pala collocata sull’altare maggiore e databile alla fine del Cinquecento.
Lascia un commento