Il Giardino Giusti annuncia la riapertura prevista per il 18 maggio
dopo i mesi di chiusura a causa dell’emergenza Covid-19. Una riapertura che vuole anche essere un’occasione di scoprire o riscoprire uno dei luoghi storici e magici di Verona.
Inserito tra le tappe del Grand Tour e conosciuto in tutta Europa, il Giardino
Giusti è stato visitato da molti personaggi illustri e riapre oggi in tutto il suo
splendore. La primavera irrompe nel giardino nel pieno della sua potenza di colori, profumi e rumori che fino ad oggi l’inverno aveva assopito. È questo il momento dell’anno in cui i giardini si riempiono di fiori, le piante si fanno più verdi e la natura si risveglia ed esplode in tutta la sua bellezza. Durante questi mesi di emergenza sanitaria e chiusura lo staff del giardino non si è mai fermato e ha sempre lavorato per prepararsi alla riapertura. I giardinieri hanno continuato a prendersi cura del giardino con la passione e la dedizione di sempre, la primavera è infatti la stagione in cui il giardino ha maggiormente bisogno di interventi di manutenzione. La natura non si è fermata, il giardino è un’entità viva e per questo continua a crescere, mutare, cambiare forma e colore. Il tempo è scandito dallo scorrere dell’acqua nelle fontane, dal canto degli uccelli, dai fiori che sbocciano puntuali ogni primavera e che tornano a riempire il giardino di colori e profumi. Calcando le orme di grandi visitatori come Ghoete e Mozart, il giardino è il luogo dove rigenerare corpo e mente passeggiando tra i suoi alberi e le sue statue cinquecentesche, perdendosi nel labirinto, scoprendo nuovi luoghi segreti del giardino e riassaporando la sensazione di libertà, sicurezza e lentezza, spesso dimenticata. Il giardino è inoltre fatto anche di persone; un patrimonio immateriale di professionalità indispensabili per la tutela del nostro patrimonio culturale, dai giardinieri ai restauratori, dai custodi ai conservatori. Visitare il giardino significa sostenere anche loro.

Il Giardino Giusti è stato recentemente inserito tra i 10 finalisti de “Il parco
più bello”, concorso nazionale che ha lo scopo di valorizzare l’inestimabile
patrimonio di parchi e giardini presenti nella nostra Penisola, contribuendo a stimolare l’interesse e la sensibilità verso il verde nelle sue forme più alte.
Dal 18 maggio sarà possibile visitare sia il giardino che l’Appartamento 900 nel rispetto delle norme di sicurezza previste per il contenimento del contagio da Covid-19. Lo staff del Giardino Giusti vigilerà per garantire una fruizione in totale sicurezza da parte dei visitatori: sarà obbligatorio indossare la mascherina, igienizzare frequentemente le mani ed evitare gli assembramenti. Le stanze del palazzo e la biglietteria saranno inoltre quotidianamente areate e disinfettate.
Natura arte e storia rendono famoso il Giardino Giusti in tutto il mondo.
Alla fine del milletrecento, la famiglia Giusti si trasferì dalla Toscana a Verona per sviluppare l’industria della tintura della lana, prima fonte di ricchezza della città scaligera. Nel corso del XVI secolo, quello che era in origine un insediamento produttivo, venne convertito in un palazzo di rappresentanza nello stile del Sanmicheli e completato da un giardino formale con bossi, cipressi, fontane e grotte secondo la moda del tempo. Principale artefice del giardino e del palazzo fu Agostino Giusti uomo colto, appassionato di musica e di pittura, in contatto con i Medici e gli Asburgo, e fiduciario dei Veneziani. L’atrio d’ingresso presenta un portico a sei arcate aperte sul cortile d’onore. Oltre il cancello si intravede il lungo viale di cipressi che termina nella grotta e il mascherone scolpito nella rupe. Il Giardino Giusti richiamava molti elementi dei giardini medicei, che erano il punto di riferimento estetico delle élites colte dell’epoca.
Oltre al Giardino è possibile visitare anche l’Appartamento 900, recentemente restaurato e riallestito. All’ombra degli affreschi dell’architetto veronese Paolo Farinati, l’appartamento affaccia sul maestoso giardino e si sviluppa in grandi sale che illustrano le varie epoche dal 500 al 900. Le sale accolgono il visitatore avvolgendolo con un decoro familiare sottolineato da piante e palme tipiche dell’epoca. L’allestimento del verde – a cura di Annalisa Lo Porto – Flò Bologna, presenta una selezione di piante che venivano importate agli inizi dello scorso secolo dai viaggi verso il nuovo mondo enfatizzando l’arredamento e le particolarità architettoniche dell’appartamento.

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