Il verde è salute. Con questa frase possiamo sintetizzare quanto emerso dal convegno Giardini terapeutici: dagli Horti Simplicium agli Healing Gardens, promosso da Marco Giachetti, presidente protempore di ACOSIAssociazione Culturale Ospedali Storici Italiani e presidente del Policlinico di Milano – che ha riunito lo scorso sabato 18 novembre medici, agronomi e progettisti sull’importanza del contatto con la natura per il processo di guarigione.
Un altro tassello importante per la sensibilizzazione, la conoscenza e la valorizzazione del verde in relazione alla salute delle persone e delle città, attraverso il potere rigenerativo dei Giardini Terapeutici a servizio della scienza medica.
L’introduzione del Prof. Pier Mannuccio Mannucci, rafforza il ruolo cruciale del verde come prezioso aiuto per gli effetti sia per l’ambiente, aiutando ad assorbire gli inquinanti, a ridurre la temperatura, l’umidità e il rumore, che per le persone, riducendo lo stress e favorendo le interazioni sociali e l’attività fisica, con ricadute benefiche anche dal punto di vista economico.
I giardini dei semplici e quelli che oggi vengono chiamati “healing gardens” sono fin dal Medioevo una tradizione degli ospedali italiani. Con alcuni distinguo: se i primi erano creati per produrre le erbe officinali per la cura dei malati, i secondi erano progettati e realizzati già con l’idea che la componente “verde” all’interno di una struttura ospedaliera potesse dare un beneficio morale e fisico utile alla guarigione dei pazienti. Guardare il verde, passeggiare all’interno di giardini, lavorare fisicamente la terra coltivando ortaggi è da sempre considerato una componente molto importante per il benessere di tutti gli individui.

Oggi, spiega il Professor Giulio Senes dell’Università degli Studi di Milano, per una questione linguistica, la definizione anglosassone “Healing gardens” meglio si presta a rappresentare un concetto un po’ più ampio di cura, legata anche al potere salutogenico del contatto con la natura.
Lo stato di benessere e salute non si riferisce semplicemente all’assenza di malattie e può essere migliorato attraverso un’esperienza che coinvolge tutti i sensi, sia in modalità passiva, per il solo fatto di essere a contatto con il verde, sia in modalità attiva, svolgendo attività come l’ortoterapia. Cura che, come dimostra la ricerca scientifica, ha esteso i benefici anche a familiari e amici dei pazienti e allo staff medico e sanitario.

Se un tempo la sanità puntava quasi solo sulla preparazione dei medici e sulle attrezzature migliori, ora sappiamo che l’ambiente in cui veniamo curati ha una grande incidenza sull’effetto della cura.
L’approccio alla progettazione dei Giardini Terapeurici è Evidence Based Design, ovvero basato su prove di efficacia.
Dieci sono i criteri: relazione con la natura, autonomia, possibilità di scelta, sicurezza, comfort, accessibilità, flessibilità, presenza di segnaletica, eterogeneità di spazi, atmosfera familiare. Tutti applicabili a diverse scale e tutti intelleggibili.
“La natura è il passepartout del nuovo paesaggio urbano”, afferma Andreas Kipar, architetto paesaggista, co-fondatore dello studio LAND e membro della Taskforce di NATURE-POSITIVE CITIES che affronterà temi ambientali cruciali. La sfida più grande a cui siamo chiamati sarà quella di ricalibrare il rapporto delle città con la natura, driver non solo per la salute fisica, ma anche per il benessere del pianeta.
Milano è uno dei motori dell’Europa e ha la grande responsabilità di dover diventare un esempio di wellfare e sostenibilità, realizzando progetti generosi che offrano benefici misurabili per l’intera comunità.
Il progetto del nuovo Policlinico di Milano si inserisce in questa visione. Lo hanno raccontato Giovanni La Varra, Studio Barreca & La Varra e Marco Giorgio, Stefano Boeri Architetti. Il nuovo ospedale sarà caratterizzato da un grande giardino pensile di circa 7.000 mq. in copertura che fungerà da pelle orizzontale. Il giardino è pensato come un percorso terapeutico dedicato alla comunità ospedaliera con giardini dedicati ai bambini, spazi per la musica, la lettura, la pet therapy e l’orticoltura, che potrà anche aprirsi ai cittadini. Un nuovo polmone verde nel centro di Milano che vedrà la luce alla fine del 2024.

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