Non è certamente uno dei castelli più noti dell’Alto Adige, ma senza ombra di dubbio è uno dei più belli e meglio conservati, arredamenti interni compresi.

Si trova a Cermes, una località nei dintorni di Lana, nella zona del meranese, troneggia a 505 metri sulla collina morenica da cui prende il nome, “Monte Leone”, “Lebenberg” in tedesco. Con le sue mura del colore della terra, l’imponente costruzione si staglia nel verde delle vigne e si riconosce già da lontano grazie al suo torrione alto 24 metri. Castel Lebenberg ha una storia antica che risale al 1200 circa. Nei secoli è passato nelle mani di diversi proprietari, dai signori di Marlengo alla famiglia Fuchs, fino a realizzare il sogno di Adrian van Rossem van Sinoutskerke, un nobile olandese desideroso di stabilirsi nella zona del meranese, territorio molto in voga all’epoca come meta internazionale di villeggiatura per le persone più facoltose, che nel 1925 acquistò il maniero.

Adrian van Rossem era il nonno dell’attuale proprietaria, Anouschka van Rossem, la nipote che ha deciso di tornare a vivere nel castello quando il suo primo figlio aveva tre anni, dopo essersi laureata a Trento in lingue e letterature straniere. La sua è stata una scelta dettata dall’affetto che Anouschka ha sempre provato per la “casa” in cui è cresciuta, quel luogo insolito in cui abitare che le ha permesso di vivere delle avventure meravigliose, anche con spregiudicatezza alle volte.

Anouschka ha frequentato la scuola elementare di Cermes, ha invitato gli amichetti al pomeriggio a fare i compiti nella sua “straordinaria” casa, che ha esplorato in ogni suo angolo più recondito. Per Anouschka, infatti, Castel Lebenberg non ha segreti ed è stato il teatro dei suoi giochi infantili, pieni di fantasia e di immaginazione, senza paura, perché “…se vivi in un castello non puoi averne paura, sei abituato al buio e ai rumori di ogni tipo, agli scricchiolii del pavimento di legno, ai versi degli animali fuori, come lo stridere dei falchi che vivono nella torre” afferma Anouschka, quasi sorpresa che si possa pensare il contrario.

Vivere in un castello non è facile, i disagi sono molti e nei mesi invernali la difficoltà aumenta a causa delle temperature rigide e dell’isolamento. Per l’impossibilità di scaldare tutte le 60 stanze – sarebbe eccessivamente dispendioso, considerata anche l’ampiezza dei locali – in inverno Anouschka, insieme al marito, ai suoi tre figli e alla mamma, riduce gli spazi vivibili. Il freddo di tutti questi inverni vissuti al castello però ha avuto un effetto positivo, rafforzando le difese immunitarie sia a lei sia ai suoi famigliari; è infatti rarissimo che si ammalino e che prendano l’influenza. I figli, poi, girano per casa addirittura in maniche corte.

Anouschka, da quando ha scelto di prendersi cura di Castel Lebenberg, percorre quotidianamente, per più volte al giorno, i 104 scalini che dal parcheggio del cortile interno portano al piano dove si trova la sua abitazione. Questo con passeggini, figli in braccio, borse della spesa e legna da bruciare nelle stufe in inverno. Un grande amore per il luogo in cui è nata e cresciuta anima Anouschka e la motiva sempre ad affrontare le difficoltà che sono insite in un’architettura così antica. Anche i costi di mantenimento sono alti e gli investimenti da fare sono tanti, come il rifacimento di 600 mq di tetto che oltretutto sono solo un terzo della superficie totale.

Le volte in cui però si trova nel giardino privato, uno dei suoi luoghi preferiti in tutto il castello, ad ammirare il panorama e gli affascinanti scorci del castello, si sente completamente ripagata della fatica e dei sacrifici e riesce a dare un significato a tutti i suoi sforzi e ad apprezzare appieno la sua casa.

Nel nostro immaginario, re, principesse, nobili risiedono in un castello, attorniati da persone che si occupano di tutto per loro. Anouschka, invece, ha imparato sin da piccola, e lo ha poi insegnato ai suoi figli, ad aiutare in casa e a darsi da fare, a “sporcarsi le mani”, a non essere schizzinosi, portando carichi pesanti, lavorando la terra, raccogliendo le mele, facendo sopralluoghi della casa dopo ogni pioggia per controllare se vi siano o meno punti in cui è piovuto dentro. “Confort e lusso sono qualcos’altro”.

Attualmente, la mamma di Anouschka si occupa delle piante e dei fiori in giardino, mentre Anouschka si dedica principalmente alle faccende legate alla burocrazia del castello, alle forniture, ma anche ad accogliere e guidare i visitatori che tra primavera e autunno si recano a Castel Lebenberg per apprezzarne le sue meraviglie: la sala delle armi; la sala degli specchi in stile rococò con mobili sfarzosi, carta da parati decorata ad arte, tappeti orientali e grandi lampadari; la stanza rustica in stile gotico-rinascimentale arredata con mobili d’epoca; la sala dei cavalieri con pesanti mobili scuri e il famoso affresco che rappresenta l’albero genealogico con le 12 generazioni dei proprietari di Castel Lebenberg; la stanza dell’impero costruita nella roccia e il meraviglioso giardino alla francese ai piedi del castello.

Anouschka ama questo genere di lavoro, avere a che fare con le persone e occuparsi di cultura e se Castel Lebenberg non avesse fatto parte della sua vita, probabilmente avrebbe scelto di lavorare nell’ambito di organizzazione di eventi culturali o della gestione museale. Oltre alle visite per adulti all’interno del castello, Anouschka si occupa anche di organizzare appuntamenti didattico-creativi per le scolaresche, come quello che ha dato come esito un opuscolo con 40 racconti scritti da bambini dai dieci ai dodici anni, ispirati alla loro esperienza: avere la possibilità di girare completamente liberi per il castello per qualche ora e di esplorarlo senza limiti.

Un altro momento speciale è legato alla meravigliosa Cappella di Santo Stefano del XIV secolo all’interno del castello, con affreschi medievali e dotata di un’acustica perfetta, dove Anouschka e i suoi fratelli si sono sposati e dove tutti i nipoti sono stati battezzati. Qui, ogni lunedì di Pantecoste, gli abitanti di Cermes in processione con il Santo si recano per assistere alla messa e, successivamente, il parroco e il sindaco del paese vengono invitati a colazione dalla famiglia van Rossem, felice di ospitare la celebrazione benché di fede protestante.

Castel Lebenberg è un luogo meraviglioso in cui passato e presente convivono, sontuosità e umiltà, ricchezza e semplicità, un luogo pieno di contrasti che generano un’armonia unica, che si può testare direttamente andando a visitarlo e avendo a che fare con la famiglia che lo abita.

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