Sempre più Bandiere Verdi sventolano sull’arco alpino. Cresce, anche nel 2021, il numero dei vessilli assegnato da Legambiente alle pratiche innovative e alle esperienze di qualità ambientale e culturale dei territori ad alta quota: sono ben 18 quest’anno, il doppio delle nove Bandiere Nere simbolicamente conferite, invece, alle pratiche dannose che provocano lacerazioni nel territorio montano. A raccontarne la genesi, gli impatti in positivo e in negativo sulle comunità e sull’ecosistema è la nuova edizione del rapporto di Legambiente “Carovana delle Alpi”, presentata oggi in concomitanza con la partenza dell’omonima campagna d’informazione itinerante che, fin dal 2002, guida i cittadini alla scoperta del territorio alpino. Anche in questa stagione, e fino al mese di ottobre, in programma passeggiate, trekking, incontri e convegni organizzati dai circoli locali e regionali di Legambiente.

Sono storie incentrate sul superamento delle disuguaglianze territoriali tra città e aree interne e sul riequilibrio dei flussi basato sul rispetto e sulla valorizzazione delle peculiarità dell’ambiente montano, quelle premiate dalle Bandiere Verdi 2021, così distribuite: cinque in Piemonte, due in Valle d’Aosta, una in Lombardia, tre in Alto Adige, due in Trentino, due in Veneto, tre in Friuli Venezia Giulia. Storie che hanno per protagonisti i più giovani e il loro ritorno alla terra d’origine, la strenua difesa di un patrimonio unico minacciato dalle azioni dell’uomo e/o dagli effetti dei cambiamenti climatici, l’attenzione alla biodiversità e alla vocazione dei territori, lo sviluppo di attività imprenditoriali inclusive e sostenibili.

Esattamente la metà, le Bandiere Nere distribuite da Legambiente – due in Piemonte, una in Lombardia, una in Alto Adige, una in Trentino, una in Veneto, due in Friuli – che segnalano, d’altro canto, i sempreverdi tentativi di affermazione di modelli di turismo e sfruttamento del territorio ormai fuori dal tempo, del tutto incompatibili con gli obiettivi di sviluppo sostenibile essenziali per il futuro delle nostre Alpi.

Le 18 buone pratiche premiate quest’anno da Legambiente si aggiungono a quelle degli anni precedenti per un totale di 226 Bandiere Verdi. Una vera e propria rete che dal 2002 è andata a rafforzarsi lungo tutto l’arco alpino: “Quello rappresentato dalle Bandiere Verdi è un campione significativo che ci consente ormai di individuare gli indicatori di successo utili a perseguire la via della transizione ecologica anche in montagna. Una nuova dimensione dello sviluppo, in cui persone e comunità dimostrano capacità inedite e risorse per affrontare imprevisti e criticità, ultima anche la crisi scaturita dalla pandemia da Covid-19 – osserva Vanda Bonardo, responsabile di Legambiente Alpi – Anno dopo anno, vanno a delinearsi delle specificità su cui far leva che si traducono in forme d’innovazione locale. In questo processo, naturalmente, è fondamentale il ruolo dell’amministrazione pubblica locale, alla quale si chiede di essere altrettanto innovata e innovativa”.

“Le buone pratiche raccolte in Carovana delle Alpi e premiate dalle Bandiere Verdi 2021 ci indicano che ci sono tutti i presupposti perché la montagna possa assumere una nuova centralità. Occorre però insistere ancora una volta sui cambi di prospettiva e su visioni più innovative – le fa eco Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – Spiace rilevare come nelle liste stilate dalle singole Regioni per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non sempre siano stati colti aspetti da noi segnalati come cruciali rispetto al ruolo che la montagna può svolgere in risposta alla crisi climatica e a quella pandemica. Per questo, continueremo a essere attenti osservatori di quanto verrà proposto sui territori dell’arco alpino, vigilando sull’impiego dei fondi che dovranno essere spesi per una reale transizione ecologica”.

Tra le esperienze premiate nel 2021, il successo delle aree interne montane si misura sulla capacità di dare spazio, in particolare, a menti giovani e innovative, anche e soprattutto donne. Da un punto di vista socio-economico, emergono la valorizzazione delle foreste e dei terreni agricoli e piccoli progetti che hanno al centro azioni basate sulla natura. Mentre nuovi segnali d’attenzione e sensibilità al territorio arrivano tramite la proposta di attività profondamente integrate con i contesti naturali.

Cinque le Bandiere Verdi conferite in Piemonte: al Parco Naturale Gesso e Stura (CN), sviluppatosi con l’obiettivo di ridare una funzione sociale ai fiumi, in un’area che oggi abbraccia 14 Comuni e 70 km di corso d’acqua, tra attività e infrastrutture rispettose dell’habitat naturale; al Comitato per la tutela del fiume Sesia e dei suoi affluenti (VC) che da anni si distingue nella salvaguardia dell’ecosistema fluviale opponendosi a progetti invasivi di sfruttamento idroelettrico e promuove attività a ridotto impatto ambientale come kayak, canoa, rafting e canyoning; all’Associazione Piccolo Carro ODV di Chiaverano (TO) che ha unito il recupero di terreni abbandonati all’attenzione per i diversamente abili, creando una comunità che coniuga il potenziale delle risorse naturali con attività laboratoriali, possibilità di terapia e inclusione sociale; al Gruppo PEFC del Pinerolese – Legno Locale (TO/VCO), per il progetto TracciaLegno, tra i primi a livello regionale a certificare la qualità a Km zero delle produzioni legnose; ai Giovani facilitatori della rete RIFAI della Valle Stura (CN) per il loro impegno nel coniugare percorsi di crescita personale con attività di sostegno al superamento delle disuguaglianze socio-economiche tra città e aree interne. Due, invece, i vessilli verdi assegnati in Valle d’Aosta: al Gruppo di acquisto solidale A TUTTO GAS-PSM (AO) per la resilienza mostrata durante il lockdown grazie costituzione di un gruppo che valorizza le piccole produzioni locali e il consumo sostenibile; a Matteo Alberti, organizzatore di eventi outdoor, e alla Pro Loco di Valgrisenche (AO), per avere realizzato, in piena pandemia, SkiAlp’Xperience, evento di scialpinismo che apre una nuova strada nella fruizione slow della neve.

Una Bandiera Verde sventola anche in Lombardia, assegnata all’ASFO Valli delle Sorgenti (VA) per il tentativo di recuperare un territorio fragile, provato da incendi e dissesto idrogeologico, unendo le forze per una gestione forestale capace di rispondere alla sfida dei cambiamenti climatici. Due le Bandiere Verdi assegnate in Veneto: al Comune di Livinallongo del Col di Lana, (BL) per aver posto al centro dell’agire amministrativo la resilienza ai cambiamenti climatici e la partecipazione delle comunità nel solco degli obiettivi dell’Agenda 2030, valorizzando il patrimonio naturale riconosciuto dall’UNESCO nel cuore delle Dolomiti; a Federico Sordini, imprenditore del Bellunese premiato per essersi avventurato su percorsi nuovi e creativi dell’imprenditoria, che produce capi d’abbigliamento con lana organica e certificata contro il maltrattamento, coinvolgendo molte donne in un’attività che punta a trasformare in cooperativa con corsi di formazione per la manifattura diffusa.

Due vessilli verdi attribuiti anche in Trentino: al Progetto BrennerLEC per avere dimostrato come la riduzione della velocità in autostrada diminuisca l’inquinamento dell’aria, contribuendo a rendere il traffico veicolare sull’asse del Brennero più rispettoso della salute e compatibile con le caratteristiche del territorio attraversato; all’Associazione Donne in Campo Trentino per le buone pratiche nella coltivazione, con massima attenzione a biodiversità e fertilità del suolo, ma anche all’innovazione positiva nel rapporto con i consumatori e nell’aiuto reciproco. Tre le Bandiere Verdi assegnate in Alto Adige: alla Plattform LAND / Piattaforma per il rurale per il “Progetto pilota per la gestione degli spazi ed edifici vuoti” che punta ad aumentare l’attrattività della comunità riducendo al contempo il consumo di suolo, grazie a un uso intelligente dei terreni, al networking con organizzazione estere e un approccio basato sulle esigenze delle persone interessate che tiene conto del tessuto edilizio esistente; alla Provincia di Bolzano, per gli aiuti agli agricoltori che con le loro coltivazioni a prato tutelano gli uccelli che nidificano a terra nella valle di Malles; a Provincia di Bolzano e Fondazione Pro paesaggio Alto Adige per la trasformazione di un meleto in biotopo a Magrè, un’oasi di naturalità in un’area connotata da un’agricoltura di tipo intensivo.

Infine, assegnate tre Bandiere Verdi in Friuli Venezia Giulia: all’amministrazione comunale di Dogna, per i progetti di contrasto alla marginalizzazione, dalle installazioni artistiche ispirate all’Agenda 2030 dell’ONU alla riorganizzazione degli spazi del Museo del Territorio resi anche efficienti da un punto di vista energetico; al Lis Aganis, Ecomuseo Regionale delle Dolomiti Friulane, per il progetto PassiParole che rafforza le comunità e promuove il turismo dolce ed esperienziale, attraverso un’originale modalità d’esplorazione del territorio; a Elisa Manig, tecnica radiologa e imprenditrice del territorio 28enne per la scelta di tornare nella piccola frazione di Tiglio, nella Valle del Natisone, terra di confine di minoranza slovena a declino demografico, e far ripartire l’azienda agricola di famiglia, avviando una filiera circolare e promuovendo la cooperazione tra donne che valorizzano i sapori del luogo.

Sono nove, d’altro canto, i vessilli che segnalano le lacerazioni del territorio alpino, pratiche inutili e dannose, molte delle quali contestate ormai da decenni da Legambiente. Con la nota più dolente che, ancora una volta, riguarda il turismo invernale.

Due le Bandiere Nere assegnate in Piemonte: a Comune di Limone e rete di imprese Limone On (CN) per l’iniziativa di aerotaxi in elicottero Montecarlo-Limone, un progetto in netto contrasto con le politiche chieste dall’Europa per ridurre le emissioni climalteranti, a vantaggio di pochi privilegiati e a discapito dell’ambiente e di quanti lottano per uno sviluppo montano che coinvolga tutti, in equilibrio con la natura; al presidente dell’Unione Montana dei Comuni del Biellese Orientale (BI) e Regione Piemonte per un incomprensibile progetto di bacino di innevamento artificiale all’interno del SIC e ZCS Valsessera, finalizzato all’innevamento di piste da discesa a quote tra i 1100 e i 1600 metri slm, alcune delle quali esposte a Sud, verso la pianura, sebbene tutti gli esperti sconsiglino gli investimenti al di sotto dei 1800 m slm.

In Lombardia, Bandiera Nera al Comune di Corteno Golgi (BS) per la rinuncia alla tutela della Riserva Naturale delle Valli di Sant’Antonio a favore d’interessi privati, con un accordo per il riconfinamento dell’area della ZSC, al fine di consentire la realizzazione di una mini-centrale e di infrastrutture turistiche invasive. Due Bandiere Nere in Veneto, al Comune di Malcesine (VR) per avere concesso a privati l’uso di una superficie di particolare pregio ambientale e naturalistico per realizzare una croce di 18 metri sul Monte Baldo a scopi prettamente commerciali; alla Regione Veneto che continua a perseguire il progetto del cosiddetto “Carosello no-car delle Dolomiti”, una “bulimica” idea progettuale che prevede la realizzazione di un grande luna-park sciistico nel cuore dell’area Dolomiti Unesco, a discapito dell’ambiente e del turismo dolce che potrebbe affermarsi in quel territorio.

Nella lista degli assegnatari di Bandiere Nere c’è anche la Provincia Autonoma di Trento, per una sconcertante delibera di riorganizzazione dell’Agenzia Provinciale per l’Ambiente con cui vengono accorpate le funzioni di autorizzazione e controllo, andando contro i principi della legge istitutiva del Sistema Nazionale di Protezione Ambientale: una decisione che di fatto depotenzia tutte le attività tecniche e di controllo dell’APPA. Un vessillo nero anche in Alto Adige, alla Giunta della Provincia Autonoma di Bolzano che ha approvato l’ampliamento dell’aeroporto di Bolzano, in contrasto con quanto deciso invece dal referendum e con un effetto distruttivo sull’ultimo grande sito di riproduzione del Rospo smeraldino della provincia. Infine, due Bandiere Nere in Friuli Venezia Giulia: al Consorzio Turistico del Tarvisiano per la rassegna di concerti rock organizzata nella splendida località dei Laghi di Fusine, area SIC-ZPS, con un impatto non indifferente sui fragili ecosistemi montani; ad Assessorato Regionale al Turismo, Promoturismo FVG e Comune di Chiusaforte per il progetto di ripristino di piste e impianti di sci a Sella Nevea, che prevede quasi 3 milioni di euro per la realizzazione di una nuova area Slalom nel cuore delle Alpi Giulie, in una conca di straordinaria bellezza e  in un’area posta al di sotto di quella che viene definita LAN – linea di affidabilità della neve a fini turistici.

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