Avventure e benessere in miniera nelle Valli Resilienti
Con una tradizione mineraria che risale addirittura all’epoca preistorica, non stupisce che le Valli Resilienti, la Valle Trompia e la Valle Sabbia, includano nella loro variegata offerta turistica anche diverse esperienze legate alle visite in miniera. La regione, rinomata a livello nazionale per l’estrazione e la lavorazione del ferro, ha conservato e messo in sicurezza le gallerie e le strutture ormai in disuso da decenni, implementandole ai due circuiti culturali di Valle Trompia e Valle Sabbia e trasformandole in veri e propri musei sotterranei: luoghi altamente educativi che offrono, oltre all’aspetto didattico, anche sedute di speleoterapia e degustazioni alternative di prodotti tipici. La promozione del turismo sostenibile in queste regioni, finanziata dal programma intersettoriale AttivAree di Fondazione Cariplo, passa dunque anche dalle ricchezze del sottosuolo.
Non serve però scendere in profondità per imbattersi nelle meraviglie delle Valli Resilienti. Ad accogliere i turisti in superficie ci sono infatti ampi spazi verdi da scoprire camminando o pedalando, dalla vetta del monte Maniva alle rive del lago d’Idro, per una vacanza nella natura a 360° adatta tanto al turismo slow quanto a un adrenalinico trekking o giro in mountain bike. E tutto questo a soli 30 km dal centro di Brescia.
Il Circuito delle Valli Accoglienti e Solidali, la rete di strutture riunitasi con il fine di rilanciare il turismo sostenibile nelle Valli Resilienti, ha già in programma una proposta per andare alla scoperta di questo patrimonio minerario. Il 24 e 25 agosto, infatti, è prevista una visita dei territori di interesse ambientale in cui in passato si è concentrata maggiormente l’attività dell’uomo. Il sabato mattina è prevista una visita al Forno Fusorio di Tavernole, con pranzo al sacco a base di prodotti tipici. Nel pomeriggio tour della storica Miniera Marzoli di Pezzaze a bordo di un caratteristico trenino, mentre la domenica tocca al parco delle Fucine e delle Ferrate di Casto, un avventuroso luogo con ponti tibetani e zip line costruiti intorno a un vecchio distretto industriale, operativo fino agli anni ’30 nella lavorazione del ferro e alimentato dalle acque del vicino torrente.
Anche la vicina miniera di Sant’Aloisio, a Collio, è oggi aperta ai visitatori. Dismesso nel 1984, lo scavo è stato lasciato nelle condizioni in cui era nel momento dell’abbandono e offre un percorso sotterraneo di 2,5 km alla scoperta delle tecniche estrattive del ferro e delle persone che le hanno praticate nel corso dei secoli.
Sant’Aloisio è rinomata anche per il suo centro speleoclimatico, sviluppato su circa 1.400 metri lungo un percorso illuminato e arredato con tavoli, sedie, sdraio ed esposizioni di attrezzi e fotografie. La permanenza nel centro speleoclimatico dura circa due ore e offre numerosi benefici a chi soffre di problemi alle vie respiratorie come asma bronchiale, allergie, rinite, laringite, bronchite, sinusite ed enfisema. Questo è possibile grazie al clima umido e ad altri parametri ambientali che si riscontrano solo in alcune particolari miniere. In alcune parti della struttura è stato allestito un divertente parco avventura accessibile a tutti, che permette di andare alla scoperta della miniera muovendosi su ponti, funi sospese e carrucole.
Chiusa nel 1972 e riaperta al pubblico nel 1999, la Miniera Marzoli ha lavorato ininterrottamente per circa 100 anni, contribuendo a dare alla regione il nome di “Valle del Ferro”. Oggi è diventata un vero e proprio museo della memoria, per ricordare un lavoro umile e lontano dai riflettori che però tanto ha dato a questi territori. Ai visitatori, muniti di elmetto protettivo, viene fatto fare un lungo tour guidato sul trenino che storicamente portava fuori i materiali dalla miniera, scendendo nel buio ventre della terra alla scoperta di un mestiere oggi dimenticato. Il biglietto per la visita in miniera include anche una visita al museo “Il Mondo dei Minatori e l’Arte del Ferro”, che custodisce i segreti e gli attrezzi di generazioni di minatori, oltre a splendide sculture ottenute proprio dal metallo della miniera.
Nelle miniere delle Valli Resilienti non c’è solo ferro: i visitatori potranno trovare anche un vero patrimonio gastronomico “a riposo”, lasciato nel clima umido e fresco della miniera a invecchiare e affinarsi.
Uno di questi prodotti è la birra “Malfattore” del Birrificio Curtense, che in una galleria nella miniera Sant’Aloisio a Collio, lunga circa un chilometro e un tempo impiegata come polveriera, ha trovato le condizioni di umidità e temperatura ideali per completare il proprio ciclo di fermentazione in bottiglia. La birra verrà ufficialmente presentata al pubblico il prossimo 25 agosto, con una visita della galleria e degustazione che andrà avanti dalle 10 alle 20.
Un’altra eccellenza locale lasciata in miniera a maturare è il vino Botticino DOC Vinum delle cantine Scarpari Felice, invecchiato in botti di rovere di Slavonia e lasciato tra i 9 e i 12 mesi nella miniera di Pezzaze, dove è acquistabile alla fine del tour guidato.
Lascia un commento