Neve perfetta su piste magnificamente battute, cielo azzurro, aria pulita e sole praticamente tutto l’anno, impianti di risalita ultramoderni che consentono di raggiungere alcune tra le location più belle e panoramiche di tutta l’area sciistica e, non da ultimo, tanto divertimento ed esperienze gourmet in alta quota. Questa è Arabba, il punto di riferimento a valle dello scenografico comprensorio sciistico di Arabba – Marmolada, che fa parte del celebre carosello Dolomiti SuperSki.
“The place to ski”, ovvero una certezza. Sì, perché ad Arabba si scia per davvero e per tutta la stagione, dall’apertura alla chiusura impianti.
Arabba è il Luogo con la L maiuscola dove poter staccare la spina e mettersi alla prova sulle piste più belle, il punto di partenza per raggiungere le emozionanti discese fino a oltre 2.500 metri: un vero paradiso per sciatori e snowboarder oltre che un autentico posto in prima fila – comodamente accessibile anche da chi non scia – per godersi lo spettacolo unico del massiccio del Sella e del ghiacciaio della Marmolada.
Oltre 62 km di piste lunghe e tecniche, 28 impianti di risalita e dislivelli oltre gli 800 metri, e uno scenario di rara bellezza che comprende due tra i più famosi e spettacolari itinerari sugli sci di tutte le Alpi: lo skitour della Grande Guerra, che ripercorre il fronte dolomitico lungo il quale si scontrarono tra il 1915 e il 1917 i Kaiserjäger austriaci e tedeschi da una parte e gli Alpini italiani dall’altra, e il Sellaronda, il famoso “giro dei quattro passi”, 40 km con gli sci ai piedi, un vero must per gli amanti dello ski-in ski-out – un’esperienza accessibile anche agli sciatori meno esperti che con la telecabina a 8 posti Portados, che non arriva in cima a Porta Vescovo, possono percorrere il mitico giro senza affrontare il muro in vetta. Per chi invece non teme le sfide, un paio di giri in più sulla Fodoma o una scappatina in Marmolada sono d’obbligo, così da aggiungere un pizzico di emozione e adrenalina in più alla propria giornata.
Oltre alle emozioni in pista, un altro fiore all’occhiello del comprensorio è sicuramente l’offerta food, tra le quali meritano una visita ben 5 diverse realtà: la principale in termini di ricettività rimane il Rifugio Luigi Gorza, piacevole punto di incontro a 2.478 metri di altezza con il suo elegante self-restaurant dove gustare i piatti tipici della tradizione come le zuppe e le vellutate, i tirtlen, le paste ripiene di funghi ed erbette, gli spezzatini di cervo e conghiale… e il Grand Bar, perfetto per una sosta veloce sulle sue accoglienti gradinate esterne disposte ad anfiteatro e dotate di comodi cuscini. Al suo interno si trovano anche il Viel dal Pan, ristorante gourmet tra i più alti delle Dolomiti, solo dieci tavoli per un’esperienza gastronomica unica, e il Bistrot, dehors in pieno sole affacciato sulle piste del comprensorio e sul ghiacciaio della Marmolada. Il nuovo chef Salvatore De Laurentis propone la sua cucina creativa e stuzzicante che spazia da gustose selezioni di formaggi serviti con miele, composte, pane ai fichi, alle tartare di cervo, alle fumanti zuppe del giorno, alle coscette fritte di quaglia, per ski stop da veri intenditori.
Per soste golose e aperitivi in località Pescoi c’è la Cesa da Fuoch, rifugio di design a pochi passi dalla stazione intermedia della telecabina: qui la protagonista è la grande cucina a vista, aperta a tutte le ore, dove si può scegliere tra grigliate, pizza o paste fatte in casa e preparate al momento, riscaldati dal fuoco dei grandi camini indoor o nelle due magnifiche terrazze esposte al sole che saranno teatro di dj set e wine tasting.
Le grandi vetrate panoramiche con vista mozzafiato a 360° su tutto il paesaggio bianco sono senza dubbio l’asso nella manica del Rifugio Burz. Qui si possono gustare piatti della cucina tradizionale e internazionale sia per un veloce stop-and-go di qualità che per un pranzo più “relax” da assaporare nella scenografica veranda: in menù, stinco, maiale ai ferri, grigliate, agnello con patate, strudel alla vaniglia… e tutte le domeniche pomeriggio après-ski con DJ.
Non da meno il Bec de Roces, rifugio a gestione famigliare che offre tutto il meglio dell’ospitalità ladina: dalla cucina semplice e sana che utilizza esclusivamente prodotti locali alla calda accoglienza degli spazi interni, all’impareggiabile vista dal dehors.
Infine, il Rifugio Plan Boè è uno dei riferimenti più apprezzati e riconosciuti della zona perché riesce sempre a sorprendere con un menù genuino e creativo in grado di soddisfare con abbondanza e autenticità gli sportivi affamati che si concedono una pausa ristoro tra una discesa e l’altra. Con la calda atmosfera tipica del rifugio di montagna il Plan Boè è ristorante, bar e aprés-ski ed è aperto anche a cena su prenotazione.

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