L’ultimo anno è stato drammatico per l’industria del turismo, sebbene l’allentamento delle restrizioni durante i mesi estivi del 2020 abbia permesso di salvare parte della stagione. In questo scenario, che ha registrato elementi nuovi quali il turismo di prossimità e quasi esclusivamente domestico e una finestra di prenotazione last-second, il comparto dell’outdoor ha dimostrato una buona tenuta nonostante i dati in calo, sostenuta anche dalle sue caratteristiche intrinseche: la flessibilità delle soluzioni, la sostenibilità della spesa, il contatto con la natura e la sicurezza. 

E per l’estate 2021? A misurare il perimetro di questo segmento turistico è l’ultimo Osservatorio del Turismo Open Air commissionato all’Istituto Piepoli da Enit-Agenzia Nazionale del Turismo e da Human Company. Realizzato a giugno con metodo quali-quantitativo su un campione rappresentativo della popolazione italiana, la ricerca ha indagato le vacanze all’aria aperta dell’ultimo anno, i cambiamenti indotti dalla pandemia, le previsioni di soggiorni outdoor per l’estate 2021 e l’influsso della campagna vaccinale sulle prossime vacanze estive. 

Secondo l’indagine, nel drastico calo registrato delle vacanze degli italiani nell’ultimo anno con un dimezzamento sia dei viaggi brevi che lunghi, l’outdoor ha segnato una flessione meno spiccata, di qualche punto percentuale. A fare almeno una vacanza open air è stato il 23% degli italiani con una preferenza per i soggiorni brevi e una quota alta di giovani. Stando al report, infatti, il target nell’outdoor che ha meno risentito dell’effetto pandemia è il segmento 15-34 anni, che nell’ultimo anno ha registrato solo una lieve flessione del -4%. Per contro si è dimezzata la quota del target 35-64 anni, mentre gli over 64 anni sono scesi dell’80% rispetto ai dati pre-Covid. Quanto alla destinazione, il mare si conferma la prima scelta: per il 62% degli italiani sono state vacanze prevalentemente balneari. A preferire la montagna è stato il 18%, seguito dalle città e località d’arte con il 12%. Stabili i viaggi fatti in coppia, seguiti da quelli con tutta la famiglia e con gli amici. 

Per quasi un italiano su due la pandemia ha indotto cambiamenti nei programmi di vacanza e per ben il 16% ha causato l’annullamento delle vacanze programmate. Per altri ha determinato vacanze in un luogo diverso da quanto pianificato, mentre il 6% ha cambiato alloggio per sceglierne uno che garantisse norme igieniche coerenti con la prevenzione del contagio.

Secondo le stime dell’indagine per l’estate 2021 più di un italiano su due ha programmato una vacanza in media per più di una settimana, di questi un quarto pianifica una struttura outdoor, villaggio e agriturismo in testa seguiti da camping e rifugio montano. Il 65% di chi pianifica outdoor sceglierà una destinazione di mare, il 20% la montagna, il 16% città e località d’arte. Il profilo del viaggiatore outdoor è simile a quello dell’ultimo anno, con una decisa presenza di giovani e scarsa di over 64. Interessante il dato sul periodo: se agosto si conferma il mese dominante, settembre registra una quota considerevole, specialmente tra i propensi all’outdoor.

Circa un quarto dei vacanzieri open air ha già prenotato, quasi la metà invece intende prenotare tra giugno e luglio. Del totale propensi in strutture outdoor, oltre l’80% sceglierà una struttura in Italia, Sicilia in testa, seguita da Sardegna e Liguria.

La garanzia di rispetto delle norme igieniche preventive del contagio è il secondo fattore di scelta dopo la convenienza per i viaggiatori propensi in strutture outdoor, evidenziando sempre una grande sensibilità al tema pandemico. In effetti l’andamento della campagna vaccinale ha un grande impatto sulla propensione alla prenotazione: invoglia alle vacanze sette italiani su dieci, addirittura nove su dieci tra i propensi a fare una vacanza in strutture outdoor.

Giorgio Palmucci (nella foto), Presidente Enit dichiara: “L’ambiente esterno e il suo viverlo pienamente assume una valenza significativa in un contesto che ci ha educato a vivere l’esperienza di viaggio con modalità più sicure. Inoltre il turismo outdoor risponde anche ad un’esigenza sociologica e offre l’opportunità di rafforzare il senso di rispetto per l’ambiente naturale e consente di esprimere e potenziare le competenze emotivo affettive, sociali, espressive, creative e motorie.

Il turismo all’aria aperta pone le basi per consolidarsi sempre di più negli scenari turistici attuali. Il 2021 sarà l’anno ideale per intercettare i flussi provenienti dagli Stati confinanti all’Italia, L’Europa e il Nord America rappresentano il bacino principale di provenienza degli adventure traveler, ma è anche uno dei più attivi per presenza di t.o. specializzati nelle nicchie di mercato”

Luca Belenghi, CEO Human Company ha commentato: «Per questa nuova edizione dell’Osservatorio del Turismo Open Air siamo entusiasti della prestigiosa collaborazione con Enit-Agenzia Nazionale del Turismo, a cui si affianca la rinnovata partnership con Istituto Piepoli. Questa è la prima wave di indagine che si inserisce in un più ampio programma che prevede la realizzazione di ulteriori report volti ad effettuare un tracking del mercato outdoor in Italia» Continua Belenghi: «Le passate edizioni dell’Osservatorio hanno evidenziato negli ultimi anni la costante crescita del segmento dell’open air in Italia. In era pandemica, pur nel generale calo dei volumi nazionali rispetto ai dati pre-Covid, il comparto ha dimostrato una buona tenuta e registrato un aumento delle presenze dei connazionali, per la sua capacità intrinseca di rispondere alla domanda di un turismo più lento, consapevole e di prossimità. Si tratta di dati che trovano riscontro sull’effettivo andamento delle prenotazioni per l’estate 2021, con l’auspicio che anche i numeri di settembre possano essere confermati e possa riprendere il turismo nelle città d’arte nel prossimo inverno».

Secondo Livio Gigliuto, Vice Presidente Istituto Piepoli: «Questa per i nostri concittadini sarà un’altra estate italiana, ma stavolta sembra esserlo per scelta. L’accelerazione della campagna vaccinale libera la nostra voglia di vacanze e nel farle abbiamo riscoperto l’open air, che ci fa sentire sicuri, la natura, con cui durante la pandemia abbiamo recuperato un rapporto che non vogliamo più perdere, e l’Italia, cui ci sentiamo anche emotivamente più connessi di prima. Sarà in ogni caso un’estate all’insegna della prudenza, tanto che il rispetto delle norme igieniche e sanitarie è ormai il criterio principale di scelta delle destinazioni e delle strutture, alla pari con la convenienza».

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