“Questa foresta è un organismo vivente da cui dipende ogni cosa. Un tesoro di oltre due milioni di anni”. Così Marcelino del Arco, professore dell’Università di La Laguna, definisce il Parco Nazionale di Garajonay. Situato nel comune di Hermigua, nel cuore di La Gomera, è una delle riserve naturali più importanti al mondo. Il parco ospita una grande varietà di piante di lauro e grazie alle specie endemiche che lo compongono è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità.

Le laurisilve sono spettacolari foreste tropicali che si formano negli ambienti caldi e umidi, con alberi giganti che raggiungono anche i 40 metri di altezza, piante rampicanti e liane. In tal senso, il bosco di Garajonay è una vera e propria rarità che ci permette di compiere un tuffo nel passato e ricongiungerci all’Era Terziaria. Il clima della foresta è infatti lo stesso che ricopriva l’intero bacino del Mediterraneo e il Nord Africa 20 milioni di anni fa.

“La cosa interessante è constatarne la conservazione” aggiunge Del Arco “La foresta è ricca di piante di lauro. Comprende piante di famiglie diverse, tutte simili all’alloro. Si trovano anche dei tigli, arbusti che preferiscono ambienti umidi e nebbiosi. In tutto a Garajonay ci sono 484 specie differenti”. Sull’isola esistono anche specie di piante autoctone ed endemiche, molto rare. Si aggiungono poi varietà di licheni, funghi e muschi; specialmente dove si è conservata una fauna con numerosi anfibi, rettili e uccelli.

La foresta nel cuore di La Gomera si è formata prima ancora della comparsa dell’uomo “grazie alle migrazioni di uccelli che hanno portato i loro semi sulla terra ferma” afferma Pedro Oromì, professore di geologia. Camminando lungo i sentieri è facile comprendere come le foreste non rappresentino solo i polmoni del pianeta Terra, ma anche la storia. Juana María González, professoressa presso il Dipartimento di Biologia dell’Università di La Laguna, spiega che “per un’escursione indimenticabile attraverso Garajonay è necessario portarsi dietro una lente di ingrandimento e fermarsi a osservare tutti quegli organismi che vivono grazie alle lauracee”.

Anche Oromì Masoliver ritiene che per comprendere davvero l’eccezionalità di questa foresta “sia necessario studiare le pietre, osservare le cortecce degli alberi o arrampicarsi sui rami dove vivono specie uniche”. Il biologo racconta che una delle scoperte più emozionanti fu “trovare a Garajonay specie primitive che hanno cambiato il proprio sistema per vivere alla luce del sole, fuori dalle grotte, inesistenti a La Gomera”.

“Questo paesaggio dantesco, apparentemente abbandonato, mi ha lasciato senza fiato” continua Masoliver ricordando la prima volta che visitò Garajonay “Se una foresta è in ordine non può essere viva. Maggiore è il disordine, maggiore sarà la vita presente in essa”.

I sentieri sono abitati da animali tipici del luogo, mentre i muschi endemici hanno sviluppato la capacità di trattenere acqua per mesi come delle spugne “Bisogna tener presente che la foresta di Garajonay è alle porte di un deserto, perché quella è la connotazione geografica delle Isole Canarie. Senza dubbio è una delle più importanti al mondo e una delle i poche a ospitare esemplari dell’Era terziaria”

Secondo gli esperti, la nebbia è un elemento indispensabile per garantire la vita e la magia di questa foresta “La nebbia, o meglio la pioggia orizzontale, si forma principalmente nelle aree più alte. Lì si crea una pioggerella particolarmente densa che consente a questo intero ecosistema di sopravvivere” afferma Del Arco. Il vento inoltre “aiuta a muovere l’acqua e la cosparge per tutto il bosco”. Il centro per i visitatori di Garajonay è nella zona di Las Bolas, facilmente raggiungibile in auto, autobus o bicicletta da San Sebastián de La Gomera, capitale dell’isola. Qui gli amanti degli sport di montagna sono soliti passare la notte per ammirare il sorgere dell’alba.
Una curiosità, il nome Garajonay è leggendario: questo luogo richiama la storia di due amanti Gara e Jonay, Romeo e Giulietta delle Canarie. Gara era una principessa di Agulo paese de La Gomera e Jonay era il figlio del re di Adeje a Tenerife. Il loro amore fu ostacolato addirittura dal vulcano Teide che iniziò ad eruttare in segno di disapprovazione. Nonostante i segni avversi i due amanti tentarono di stare insieme e, raggiunti dalle rispettive famiglie, decisero di mettere fine alle loro vite pur di stare insieme per sempre.

I 511 ettari della tenuta di El Canal y Los Tilos a La Palma crescono tra burroni profondi 1.000 metri su un’isola dichiarata dall’UNESCO Riserva della Biosfera. Lì la foresta di lauro sopravvive grazie all’acqua emanata dalle pareti rocciose che casca nei burroni creando dei piccoli ruscelli. In questa zona occidentale delle Isole Canarie si trovano alberi alti una ventina di metri. Tra questi sono riconoscibili l’alloro delle Azzorre, il barbusano, gli alberi bianchi e i tigli. Dalle loro radici le felci catturano la pioggia che si sparge sul terreno e lo inumidiscono garantendo lo sviluppo dell’ecosistema. 

La foresta di laurisilva di Anaga fa parte della Riserva della Biosfera di Tenerife. Piante di brugo barbusano, e tiglio ricevono umidità dai venti che accarezzano il Teide, il monte più alto d’Europa. È su queste pendici considerate una testimonianza dell’Era Terziaria che si trovano le piante di lauro.

I 91 ettari di foresta di lauracee che compongono il bosco di Tilos di Moya sono il tesoro dell’isola di Gran Canaria, in cui è possibile ammirare oltre 100 specie endemiche. La fitta vegetazione di lauro e tiglio sorge dai solchi del terreno generando una foresta subtropicale che sopravvive ancora oggi dopo milioni di anni.

Nelle gole e nelle zone più difficili da raggiungere a nord di El Golfo, a El Hierro, si trova una grande quantità di piante come l’alloro. Umidità e luoghi ombreggianti hanno permesso lo sviluppo di questa foresta con alberi alti più di 20 metri. Si possono inoltre ammirare piante come oleandro o tabaiba che, proprio come milioni di anni fa, necessitano di una zona umida e vasta per crescere.

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