E’ italiana la prima app in Europa che aggrega le principali food delivery operative sul territorio – JustEat, Glovo e Deliveroo – mettendo a confronto per l’utente prezzi, eventuali promozioni e tempi di consegna. Si chiama FooxEat, disponibile su app Android e IOS o sul sito fooxeat.com, ed è attualmente presente su Milano con oltre 3.000 ristoranti, inclusi quelli che gestiscono autonomamente la consegna a domicilio con un proprio software gestionale e una propria flotta di rider. Entro la fine del mese intende estendersi a Torino, Roma e Bologna, poi a Napoli e Firenze, per arrivare entro il 2020 a Londra, piazza che vede espletare oltre un milione di ordini ogni mese.

“L’app nasce per migliorare l’esperienza d’acquisto dell’utente che usa il food delivery – spiega Giuseppe Bianchimani, fodatore di Fooxeat insieme a Pierluigi Abenante – consentendogli di non scaricare una moltitudine di app o aprire diversi siti web per confrontare le promozioni attive perché queste, su Fooxeat, sono aggiornate in tempo reale. In sostanza, da una sola app è possibile risparmiare fino al 50% sull’ordine. Abbiamo scelto di partire con Milano perché da sola rappresenta più del 60% del mercato del food delivery in Italia.”

Dal momento del rilascio dell’app nelle scorse settimane, i fondatori hanno riscontrato segnali incoraggianti rispetto al successo dell’iniziativa: il 30% di chi ha scaricato l’app l’ha già utilizzata più di una volta. Inquadrata come start-up innovativa, FooxEat ha raccolto 120.000 euro in fase di nascita ed ha aperto da poco un nuovo fundraising per perseguire gli obiettivi di espansione in altre città italiane e in altri Paesi. Sul piano tecnologico, sta lavorando all’integrazione con Strooka, il gestionale per il delivery autonomo dei locali, e sta implementando una nuova sezione per consentire agli utenti di scoprire i ristoranti a domicilio più vicini ai gusti personali sulla base di quelli già utilizzati.

“L’app è studiata per fornire un servizio utile non solo all’utente finale – conclude Bianchimani – ma anche ai ristoranti strutturati con una propria flotta di delivery, ai quali viene data la possibilità di essere aggregati in un unico luogo e di mantenere il controllo sui dati di ordinazione, risolvendo così uno degli aspetti più delicati e controversi del food delivery emerso negli ultimi mesi.”

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