Parma città di charme e del bel vivere, che si rispecchia nelle atmosfere raffinate che evocano una piccola Parigi e il rigoglioso passato ducale di Maria Luigia d’Austria, moglie di Napoleone, si prepara agli eventi che la incoronano Capitale della cultura italiana 2020, in un clima di fermento culturale e proposte innovative. I mesi primaverili, con i ponti del 25 aprile e del 1° maggio 2019 e i weekend da trascorrere all’aria aperta, sono l’ideale per visitare la città d’arte emiliana, magari scegliendo di percorrere in bicicletta itinerari alternativi che si spingono oltre il suo bellissimo centro storico e i principali luoghi d’interesse. A consigliare percorsi nuovi è INC Hotels Group, consorzio alberghiero della Food Valley, le cui strutture sono in posizione strategica per vivere appieno il meglio che la città ha da offrire.

Da non perdere è la mostra “1968.Un anno”, organizzata dal CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma nella sua splendida sede: l’Abbazia di Valserena, risalente al 1298 e nota come la Certosa di Parma, in riferimento al romanzo di Stendhal. L’esposizione racconta, attraverso una cronologia moltiforme e materiali d’archivio variegati – tra cui documenti, immagini, oggetti di design – le vicende di un anno chiave di cambiamento socio-culturale della storia del Novecento, tra progetti, utopie, nuovi modi di comunicare, il nuovo approccio sul corpo e sull’ambiente. I linguaggi esplorati sono diversi. A livello artistico i protagonisti sono Vedova, Schifano, Ceroli, Pozzati, Borgonzoni e Xerra, mentre i progetti legati all’immagine portano i nomi di Lucas, Migliori e Mulas; le riflessioni sul corpo sono rappresentate nell’ ambito della moda e del gioiello; l’ambiente attraverso gli interventi architettonici e territoriali, come la città con le sue periferie.

Tornando nel centro della città, vale la pena visitare il Ponte Romano Spazio Aemilia 187 a.C., inaugurato lo scorso ottobre dopo un progetto di riqualificazione. Fu costruito in età augustea ed oggi permette di ammirare reperti archeologici, mostre di documentazione fotografica e le due grandi arcate del ponte, che raccontano la storia della Parma romana. Lo spazio espositivo, aperto tutti i giorni e ad ingresso gratuito, è anche un hub universitario, luogo di produzione culturale.

Il sottopasso del Ponte Romano demarca il confine tra le due rive di Parma, la città dalla doppia anima: da una parte la città più aristocratica e alla moda, dove visitare i monumenti più conosciuti come il Duomo, il Battistero, l’ex monastero di San Paolo, il Teatro Regio e il polo museale del Palazzo della Pilotta, dall’altra l’Oltretorrente, zona più popolare e storicamente luogo della “parmigianità”. Potrebbe essere definita come una “rive gauche” meno conosciuta ma molto viva e interessante, più bohémienne e multietnica. Qui si trovano botteghe di artigiani, artisti, quadrerie, legatorie, luoghi mitici che resistono da decenni, come l’orologeria Ferrari, uno dei negozi più antichi di Parma, la Bottega del Formaggio, la drogheria-enoteca Viani, la pasticceria Montali, la Galleria Rizomi, che è stata la prima galleria di Art Brut italiana. Passeggiare nella zona dell’Oltretorrente dà la sensazione che il tempo scorra più lento, che sia un luogo in cui potersi fermare ad osservare e fare due chiacchiere con la gente del posto. Da ammirare, ci sono inoltre belle palazzine liberty, lo slargo dal fascino parigino di Piazzale Inzani, la chiesa rinascimentale dell’Annunziata e lo storico Parco Ducale residenza di Maria Luigia con i giardini alla francese.

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