Riflettori puntati sulle ESPERIENZE DI CLOWNTERAPIA IN ITALIA” mercoledì 5 dicembre a Cesena. Dalle ore 14 alle 18, al Dipartimento di Psicologia si svolgerà un  convegno sul tema, con la presentazione in anteprima nazionale del docufilm “CLOWN IN CORSIA” prodotto da Metters Studio – Sonne Film-Mok con la regia del cesenate Matteo Medri e che andrà in onda su TV2000 a partire da venerdì 7 dicembre, alle ore 22.40.
L’evento, gratuito, aperto a tutti e accreditato ECM per tutte le professioni sanitarie, è promosso da Azienda USL Romagna e Associazione Culturale Mok con il patrocinio di Alma Mater Studiorum – Università degli Studi di Bologna, Federazione Nazionale Clown Dottori FNC, Metters Studio, Sonne Film, e focalizzerà l’attenzione sui passaggi fondamentali che hanno reso possibile l’inserimento della figura del clown nel sistema di cura. Verrà fornita una fotografia dello stato dell’arte sia a livello nazionale che internazionale. Una trattazione particolare verrà riservata alla presentazione in anteprima nazionale del documentario ‘Clown In corsia’, a cui seguiranno due tavole rotonde “I Clown in Pediatria” e “ I Clown in Oncoematologia” con la partecipazione di medici, infermieri e clown coinvolti nelle riprese del documentario.
Racconta il mondo dei clown dottori all’interno di diversi contesti ospedalieri del panorama nazionale nei quali questi operano, mostrando una realtà fatta di momenti, spesso non semplici da gestire, che diviene il tema principale della narrazione. Seguendo diverse equipe di clown dottori, appartenenti a diverse realtà, tra cui capofila la Federazione Nazionale Clowndottori, viene raccontata la vita, l’esperienza e l’impegno di persone che nella vita operano come clown in corsia, basandosi su episodi di “quotidianità” del loro lavoro e delle equipe mediche con le quali entrano in contatto, dove le vicende si intrecciano continuamente e nelle quali l’operato di queste persone con il naso rosso traccia il filo della storia e ne sottolinea i momenti salienti.
È un racconto ricco di “dietro le quinte” e di interviste, volte a comprendere più da vicino l’attività dei nasi rossi, un lavoro complicato e per nulla improvvisato, dove emerge in modo significativo la valenza emotiva dell’operato, che richiede una grande professionalità, empatia ed umanità per essere gestita al meglio.
Attraverso il racconto in presa diretta delle gesta professionali e della vita di tutti i giorni, le storie di un gruppo di clown dottori appartenenti a diverse associazioni italiane, che operano in alcuni importanti ospedali della penisola, ci consente di aprire una finestra sul mondo della clownterapia, facendo luce su alcuni punti spesso in ombra e non conosciuti, delineando chi è e come opera un vero clown dottore e quale importante risorsa possa essere per le equipe mediche e i presidi ospedalieri e sociosanitari.
Un racconto che non prevede una sola voce, ma che dà voce anche a chi con i clown dottori si trova a collaborare nel cammino professionale, e a coloro che si trovano “dall’altra parte”, in quanto pazienti o familiari, che si ritrovano a vivere l’ospedalizzazione.
Il clown dottore è un operatore professionale che opera in ambito sociosanitario attraverso le arti della clownerie e utilizza la metafora terapeutica per mutare segno alle emozioni negative delle persone con disagio di tipo sanitario e/o sociale. Lo scopo del clown è infatti quello di porsi in una posizione di ascolto attivo e attento dei contesti e delle situazioni in cui opera, in modo da elaborare le migliori strategie di comunicazione e interazione con tutte le persone presenti nel contesto d’intervento, nonché quello di indurre una modifica nello stato emotivo dei pazienti, favorendo l’aumento delle emozioni positive e il decremento di quelle negative. Potremmo quindi definire il clown un “interprete delle emozioni”.
Il clown dottore è un operatore appositamente formato per operare negli ambienti di disagio e sofferenza e che ha il proprio campo d’azione nella relazione. Egli è in grado di comprendere i blocchi affettivi e opera in collaborazione con il personale sanitario per facilitare le procedure terapeutiche. Il clown dottore è quindi un facilitatore di relazioni e sviluppa strategie per migliorare la qualità del ricovero, trasformando un ambiente di cura in un luogo a misura di persona.
I clown dottori operano principalmente in coppia, secondo un meccanismo collaudato che si basa sulle figure del clown Bianco e dell’Augusto, che permette di creare situazioni comiche in quanto il clown Bianco mette in ridicolo e in difficoltà il clown Augusto, rendendo sempre protagonisti il paziente e il caregiver che lo assiste. Inoltre, il lavoro in coppia permette di operare su più fronti, sia di sostenersi vicendevolmente nei momenti più difficili. Come è ampiamente dimostrato, quando il clown dottore entra in reparto l’atmosfera della corsia muta.
L’intervento è improntato alla modificazione dello stato emotivo negativo del paziente in una forma accettabile di vissuto rispetto all’ospedalizzazione. Questo rappresenta il cambiamento che il clown può operare in senso positivo, trasformando le situazioni di vita in qualcosa di paradossale, grottesco e comico.
L’intervento del clown dottore è quindi volto a ricreare un luogo a misura di bambino dove la fantasia trasforma il contesto rendendolo magico. Il clown si fa veicolo delle sue volontà, le concretizza in gioco, mimo, narrazione, gags e magia, conferendo al bambino non più un ruolo passivo, ma da protagonista.

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